Progetto CMR, società di progettazione fondata da Massimo Roj nel 1994, è oggi una delle aziende del settore della progettazione integrata di maggior successo e tra le 100 maggiori società di architettura al mondo. Al suo interno si articolano diverse competenze, che spaziano dall’architettura all’urban planning, dallo space planning all’interior e product design. Da questo DNA multi-disciplinare è nata, da poco, IMAGING la nuova divisione di physical branding, che arricchisce ulteriormente il know-how di questo colosso della progettazione. Li abbiamo incontrati virtualmente e ci siamo fatti raccontare il loro punto di vista.
Cosa significa per voi physical branding? In ogni progetto, di architettura, ad un certo punto, si arriva alla fase dell’interior design, in cui da un lato c’è lo studio degli elementi d’arredo e dall’altra la grafica e la segnaletica che, a seconda del contesto, possono essere più commerciali o funzionali. Da tempo questi due aspetti hanno iniziato ad interagire tra di loro richiedendo un'attenzione progettuale e una sensibilità culturale.
Se negli anni ’90 declinare il brand nello spazio significava sostanzialmente utilizzare “i colori aziendali” per gli elementi di arredo o, al più, per qualche parete divisoria, oggi questi cromatismi si sono evoluti in forme grafiche dal forte potere evocativo e narrativo, diventando essi stessi, elementi di arredo.
Come avete scelto il profilo dei professionisti, da inserire in questa nuova divisione? Questa evoluzione ha richiesto la formazione di un team di lavoro più complesso, con esperienze e sensibilità differenti. Grafici e artisti lavorano al fianco di interior designer, perché l'aspetto artistico deve confrontarsi con l'aspetto ambientale e per questo è fondamentale lo scambio tra chi è abituato alle due dimensioni (graphic designer) e chi invece ha la percezione volumetrica delle tre dimensioni (architetti e interior designer). Il team è composto da figure più progettuali e altre più tecniche: se la declinazione della grafica come elemento decorativo e ambientale richiede una componente più artistica; la parte esecutiva richiede una competenza grafica più specifica, supportata poi nell’applicazione, da contractor esterni.
Vi capita più spesso di intervenire sul nuovo o sull’esistente? Ad oggi IMAGING ha prestato il suo know-how più frequentemente sul nuovo, dove questo contributo di physical branding nasce assieme al progetto architettonico, creando una coerenza interessante, ma poter intervenire anche sull’esistente è un traguardo a cui guardiamo con grande interesse. Aldilà dell’impatto visivo, che resta la componente fondamentale della grafica ambientale, anche l’aspetto economico è una leva importante nel rendere questo approccio vincente. IMAGING come divisione di Progetto CMR, affronta una fascia di mercato di lavori molto grandi, in cui il budget è sempre una componente sfidante. Le soluzioni tradizionali, come ad esempio l’utilizzo di boiserie, oltre ad essere economicamente più impegnative, richiedono l’applicazione su tutte le superfici (per creare appunto l’effetto boiserie). La grafica ambientale, invece, permette di caratterizzare un interno intervenendo anche in maniera parziale, su una singola parete, offrendo una maggiore flessibilità e quindi un importante vantaggio.
Soprattutto nel mondo del retail, dove questo approccio decorativo-comunicativo è più evoluto, si tende spesso a scegliere materiali e colori in base alla moda del momento. IMAGING invece, focalizza la sua attenzione sull’identità del progetto senza farsi distrarre dai trend del momento: riflettere con attenzione sulle reali necessità degli spazi e del committente è un tratto distintivo di tutto il team.
Artisti o progettisti, di sicuro il team di IMAGING, che non ha neppure un anno di vita, affonda le sue radici in una lunga e proficua esperienza progettuale. Quest’anno abbiamo creato il sito web e i profili social su cui sono pubblicati diversi progetti.
Dopo vent’anni di total white e una pandemia che ha azzerato le relazioni interpersonali, tutti gli ambienti, di svago o di lavoro, devono riscoprisi accoglienti e coinvolgenti: l’environmental graphics è certamente una buona strada per riuscirci.